Recensione di Giuseppe Zoppi a Die Schweiz und Italien di Mazzucchetti e Lohner (Benzinger, 1941), apparsa su “Nuova Antologia”. La recensione è intitolata Due sonetti poiché Zoppi la chiude citando due sonetti ticinesi di Giulio Carcano. E’ la prima di due recensioni che Zoppi scrisse al volume di Mazzucchetti: la seconda, pubblicata su “Rivista degli studenti svizzeri” è all’edizione italiana (Hoepli 1943). Da confrontare con la coeva recensione di Reto Roedel, di impostazione pressoché opposta.
È una recensione molto positiva, che fa una sintesi puntuale dei vari paragrafi. A matita nell’ang. sup. dx si legge “non rimandare”, il che significa probabilmente che Zoppi inviò a Mazzucchetti questa copia della sua recensione.
Trascrizione:
DUE SONETTI
Nel campo dello spirito succede ancora, a quando a quando, una bella novità. Ecco qui un xxx recentissimo monumentale volume sulle relazioni culturali, durante il Settecento e l’Ottocento, fra l’Italia e la Svizzera (Die Schweiz und Italien, Kulturbeziehungen aus zwei Jahrhunderten) complitato in amichevole collaborazione da una scrittrice italiana già illustre – Lavinia Mazzucchetti – e da una scrittrice svizzera finora ignota, Adelaide Lohner, e pubblicato splendidamente e disinteressatamente dagli editori Benzinger di Einsielden.
Il libro è una vasta raccolta di testi: brani di libri, lettere, articoli, presentati e commentati dalle autrici con eleganza di pensiero e di forma. Nel primo capitolo si mostra come alcuni Italiani – fra cui Alessandro Volta, Vincenzo Gioberti, Camillo Cavour – abbiano veduto e sentito la Svizzera; nel secondo, come essa sia stata per altri xxx – Foscolo, Mazzini, Cattaneo – paese di asilo in ore difficili; nel terzo, come alcuni Svizzeri xxx – fra cui Saussure, Bocklin, Corrado Ferdinando Meyer … – abbiano a lor volta veduto e “vissuto” l’Italia; nel quarto, come in alcuni campi gli Svizzeri abbiano compiuto opera di pionieri (il zurighese Gian Giacomo Bodmer presenta Dante al mondo tedesco, Madama di Staël dà l’avvio al Romanticismo italiano, Viesseux fonda e dirige a Firenze l’Antologia…); nel quinto, quali siano stati gli influssi pedagogici reciproci (Pestalozzi in Italia, De Amicis in Svizzera); nel sesto, come sia stata veduta affrontata la questione delle truppe mercenarie, e quale contributo abbia dato la Svizzera alle guerre del Risorgimento; nel settimo e ultimo, quali amicizie illustri siano nate e fiorite nel corso dei de secoli fra Svizzeri e Italiani (Madama di Staël e Vincenzo Monti, Luigi De Sinner e Giacomo Leopardi, Betsy Meyer e Bettino Ricàsoli…). Ma quest’ultima fu assai più che un’amicizia; fu una commovente e dolente storia d’amore.
Non è questo il luogo di scendere ad altri particolari: solo ci importava di esprimere il nostro vivissimo compiacimento per un’opera che illustra così bene quelle relazioni culturali senza di cui un paese non può esistere, per cui soltanto vive e respira nel concerto delle nazioni. In occasione dei 650 anni della patria, ci piace ricavare da essa due sonetti che, quasi un secolo fa, il poeta Giulio Càrcano (1812-1884), ospite anch’egli del Canton Ticino (un suo racconti si svolge a Cimalmotto) consacrava xxx l’uno a Guglielmo Tell, l’altro alla Svizzera
Giuseppe Zoppi