Lunga lettera in cui Mazzucchetti risponde con inquietudine alla decisione di Mondadori di non pubblicare i racconti di Keller, pregandolo di rivedere la decisione. Oltre a difficoltà finanziarie e a pretese su un contratto provvisorio, Mazzucchetti ricorda a Mondadori che per la futura traduzione la Fondazione Pro Helvetia (anche grazie all’amicizia con Giuseppe Zoppi) le avrebbe conferito un “premio di benemerenza” di 1500 franchi, che sarebbero quindi stati detratti dal compenso dovutole dalla casa editrice. In questo modo, la Mondadori avrebbe risparmiato circa un terzo delle spese. Inoltre, tale pubblicazione era già stata salutata come meritoria da diversi giornali e riviste svizzeri. Mazzuccheti continua poi con ragioni di carattere estetico, concludendo che il Keller “sarebbe proprio l’ultimo volume tedesco a cui rinunciare” (enfasi nell’originale).
Nel poscritto Mazzucchetti chiede inoltre a Mondadori di sfogliare il volume scritto da lei e da Adelaide Lohner L’Italia e la Svizzera (Hoepli, 1943) affinché si persuada che “la Svizzera non va tradita togliendole Keller! Scherzi a parte: mi spiace molto che la mia più bella opera non sia uscita dalla Mondadori, ma vorrei che Lei almeno la vedesse!”
Da notare che questa è la una delle pochissime lettere dattiloscritte presenti nei fascicoli di Mazzucchetti, la quale preferiva scrivere a mano. La scrittura a macchina è giustificata dalla volontà di essere più chiara possibile su questa materia, come annunciato in apertura: “mi scuso in anticipo per gli..errori di macchina di questa mia prima lettera dattilografata, alla quale mi induce…lo spavento che mi mette la Sua comunicazione circa il Keller della Romantica”.